martedì 12 maggio 2009

DARIA BIGNARDI @ CASSERO



Lo scroscio di un lunga pioggia di applausi. Il lancio del torsolo di mela appena addentata alla folla esultante. Un cambio di scarpe. Dalle comode ballerine ai più fashion tacchi a spillo, degni del critico pubblico che è lì per omaggiarla. E’ l’inizio dell’affollatissimo incontro con Daria Bignardi, una delle più amate giornaliste e conduttrici tv degli ultimi anni, tenutosi l’11 maggio al Cassero di Bologna per la presentazione del suo libro Non vi lascerò orfani. La storia agrodolce di ricordi, tracce del passato, conflitti, simpatiche gag e un linguaggio infarcito di dialettalismi e originali neologismi, che rendono il testo intimo e familiare, come il racconto di un'amica di sempre. E' proprio questo il clima che si crea durante la serata. Quello di un atteso appuntamento con una persona cara da cui ci si aspettano risposte e consigli. Sin dalle prime battute, l’evento risulta diverso dalla solita presentazione. Vengono proposte foto della sua famiglia, un video della divertente imitazione della Cortellesi e argomenti scottanti. Immancabili i commenti sul chiacchieratissimo match Brunetta-Bignardi all’ Era Glaciale e sulla fresca censura dell’intervista a Vauro e alla Borromeo. In merito, Daria parla di regole e ammette di aver sottovalutato due personaggi che, "con la bava alla bocca" - così li descrive - non hanno fatto altro che spingere i discorsi su Berlusconi e le sue presunte malefatte, infrangendo il complesso sistema della par condicio e finendo per condurre la giornalista, suo malgrado, nella scomoda posizione di difensore del Presidente del Consiglio. Ma come lei stessa sostiene se si sta all’interno del sistema della televisione pubblica bisogna rispettarne la normativa. E anticipa che l’intervista, in onda dopo le elezioni, deluderà le aspettative di chi attende ferro e sangue. Dopo aver sciolto i nodi degli argomenti più dibattuti, l’uditorio si lascia andare, chiedendole un parere sulle problematiche della comunità GLBT.
A chi la interroga sul perché dei soliti cliché e stereotipi relativi a questa realtà, vista troppo spesso come “baraccona”, risponde ricordando che la superficialità con cui oggi giorno viene trattato ogni argomento, di qualsiasi genere esso sia, porta anche alla triste diffusione di questi pregiudizi. E quando le viene chiesto che cosa voglia dire essere un giornalista, risponde efficacemente che "è uno che verifica tutto". Disciplina, fatica e approfondimento sono alla base di questo lavoro per Daria Bignardi. Bo_To_Go prende nota. Ma lei gira al pubblico del Cassero una domanda, che rimane irrisolta: perché viene riconosciuta come un’icona gay?
Voi cosa ne pensate?

Leonardo Iuffrida




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